L'istinto di conservazione è ciò che fondamentalmente tiene in vita la razza animale. Certi comportamenti dell'uomo sono quindi inevitabilmente dipendenti da tale istinto. Anche in ambito per così dire sociale, eh. Vediamo come. Uno studio tedesco ha recentemente dimostrato che gli uomini con una relazione di coppia - matrimonio, convivenza, fidanzamento, trombamicizia (aggiunta da me...) - sono più longevi rispetto ai single. Questo perchè si controllano di più con l'alimentazione, fanno più controlli medici, se la compagna fa fitness anche loro sono spinti a fare attività fisica e così via. A questo punto mi viene da dire: non c'è solo il sentimento o la passione ad unire due essere umani, ma anche il sopracitato istinto di conservazione. E tutto questo può anche spiegare il tradimento. Non due semplici corna, ma il tradimento con un amico, il massimo del subdolo. Come infatti riporta una ricerca americana il tradimento nel 30% circa dei casi avviene con un amico o amica. Però non dovremmo arrabbiarci. Se veramente vogliamo il meglio per i nostri amici, vogliamo che stiano bene, non possiamo crocifiggerli se hanno una relazione con la nostra anima gemella. Stanno solo cercando di sopravvivere meglio. La nostra metà non ci ha tradito, ma ha capito i bisogni del nostro amico e lo sta aiutando. Siamo noi che ci siamo presi le corna che stiamo sbagliando. Da egoisti nei confronti dei nostri amici.
giovedì 8 aprile 2010
martedì 6 aprile 2010
Aspetti negative delle grigliate
Appena trscorsa la due giorni pasquale, voglio riadattare per questo blog due righe che già avevo scritto in altra sede. Lo faccio perchè tantissima gente ha fatto una grigliata nello scorso weekend. Cominciamo subito. Le grigliate uccidono. L'ho letto da una fonte molto autorevole e resto turbato..."Nelle caratteristiche strisce bruciacchiate sulla carne alla griglia si possono trovare derivati del benzopirene e dell'antracene, entrambi fortemente cancerogeni. Basti pensare che un kg scarso di carne alla griglia contiene lo stesso quantitativo di benzopirene presente in 600 sigarette." Morale della favola, sia il sottoscritto che chissà quante altre persone siamo già morte da un pò o perlomeno siamo su una buonissima strada. Non che ciò mi turbi particolarmente, eh. Per i pochi giorni che mi restano da vivere voglio mangiare almeno 300 maiali sulla griglia. E intanto il mio bel pacchetto di Camel non me lo toglie nessuno. Tanto noi amanti della grigliata, dei pranzi all'aperto nelle feste e del campeggio siamo già segnati.
Le persone messe peggio da questo punto di vista immagino saranno coloro che si sono sempre offerte come fochiste, respirando a bocca aperta metri cubi di monossido di carbonio. Ingerendo quindi il sopracitato e letale antracene. Chi cura la griglia di solito deve anche mangiare senza avere la possibilità di lavarsi immediatamente le mani. Quindi anche se la carne non è bruciacchiata magari si mangia un pò di polvere di carbonella. E che dire del respirare la plastica bruciata? Magari proprio quella dei filtri delle sigarette buttati nella brace? Non dimentichiamo poi chi ha la triste abitudine di mangiare ogni parte di carne, anche quella più annerita e ormai ridotta allo stadio di fossile.
sabato 3 aprile 2010
Vola, colomba, vola!
Siamo a Pasqua. Ho appena scoperto che esiste un decreto ministriale che disciplina la produzione e la vendita dei prodotti dolciari da forno, tra cui la colomba che tra poco taglieremo sulle nostre tavole. Tanti di noi l'hanno comprata non in pasticceria, ma in un supermarket, di una qualunque nota grande marca. Ma COME SI PUO' vendere una colomba a circa 3 euro al chilo? Gli ingredienti elencati dal ministero sono quelli che tutti conosciamo: farina, zucchero, uova, burro, lievito, sale, mandorle, limone. Facendo una veloce ricerca sui prezzi d'acquisto delle materie prime, ovviamente all'ingrosso: la farina costa circa 30 cent. al chilo, lo zucchero circa 80 cent. al chilo, le uova circa 10 cent. l'una, il burro € 1,80 al chilo; il lievito, i limoni, il sale e le mandorle fingiamo che siano irrilevanti. Per fare una colomba da 1 kg. servono più o meno 6/7 uova, 300 g. di zucchero - compresa la glassa - 400/500 g. di farina, 300 g. di burro, più le mandorle, il limone e il lievito. aggiungiamo pure un pizzico di conservanti ed aromi. Facendo due rapidi conti, a grandi linee una colomba industriale dovrebbe costare attorno ai 2 euro, esclusi però ogni genere di costi di energia e manodopera, esclusa l'iva, la pubblicità, l'imballaggio e la spedizione. Visto che però ci deve essere un guadagno sia per il produttore che per il distributore, mi spiegate come si arriva ai 3 euro al kg. sulla nostra tavola? Non si possono usare altri ingredienti per fare una colomba - almeno, speriamo... - Allora qual è il passaggio mancante?
venerdì 2 aprile 2010
Buon appetito...
Leggo con curiosità l'avvio di un'iniziativa da parte dell'assessorato di Roma alle politiche educative e scolastiche battezzata "I menù regionali" ovverosia l'inserimento nel menù delle mense scolastiche delle scuole materne e in quelle degli istituti primari e secondari del territorio capitolino di piatti regionali del Lazio. Il tutto ovviamente è in collaborazione con diversi esperti nutrizionisti. Lo scopo è cercare di stimolare nei pargoli l'abitudine ad alimentarsi in modo sano e variato. Variato, sicuramente. Ma quali sono i piatti tipici della cucina del Lazio? Bucatini all'amatriciana ed alla carbonara, gnocchi alla romana, coda alla vaccinara, abbacchio... e qualcos'altro che sfugge alla memoria. Ecco, credo che nell'ora di pausa pranzo di un'alunno di scuola elementare non siano esattamente il cibo più adatto. Ma vi immaginate l'abbiocco delle ore 14 alla ripresa delle lezioni? Testa china sul banco con ancora in bocca il sapore della pancetta e del formaggio. E poi non si dovrebbe favorire il consumo di frutta e verdura nelle scuole? Addirittura non si dovevano togliere i distributori automatici di merendine ipercaloriche? E i problemi di colesterolo e pressione? E se la maestra ha i trigliceridi a centomila come fa a mangiare un'insalata scondita e guardare i bimbi con la carbonara davanti? Quindi...non so, magari si tratta solo di un'iniziativa saltuaria o perlomeno di non semplice realizzazione!
E' certamente però lodevole l'idea di promuovere in ambito scolastico i piatti regionali tipici. Dall'anno prossimo propongo quindi per gli istituti della provincia di Pavia, da inserire a rotazione: come primi piatti, risotto con le rane e ravioli di stufato; come secondi, brasato con i peperoni, bollito misto con mostarda e oca con le verze, senza trascurare i salumi ed i formaggi dell'alta collina; infine, come dolci, brasadè di Staghiglione e torta di mandorle. Tutto ovviamente senza trascurare il vino, eh!
E' certamente però lodevole l'idea di promuovere in ambito scolastico i piatti regionali tipici. Dall'anno prossimo propongo quindi per gli istituti della provincia di Pavia, da inserire a rotazione: come primi piatti, risotto con le rane e ravioli di stufato; come secondi, brasato con i peperoni, bollito misto con mostarda e oca con le verze, senza trascurare i salumi ed i formaggi dell'alta collina; infine, come dolci, brasadè di Staghiglione e torta di mandorle. Tutto ovviamente senza trascurare il vino, eh!
martedì 30 marzo 2010
Non è proprio così...
Alcune notissime pubblicità ci stampano sotto il naso l'immagine della famigliola felice che fa colazione o pranza o cena tutta insieme. A me viene voglia di NON comprare quel prodotto. Perché? Perché mi dá un'immagine NON reale del nostro mondo quotidiano. C'è sempre il sole che entra dalla finestra: o non c'è mai nuvoloso, oppure d'inverno usano l'ora supersolare, cioè la spostano avanti fino a quando si riesce sempre a far colazione con il sole alto da mezz'ora. Tutta la famiglia mangia sempre tutta insieme: di solito la colazione è scaglionata per ottimizzare i tempi di utilizzo del bagno, loro invece hanno 4 bagni. E poi il padre è fortunato: può andare al lavoro esattamente in coincidenza con l'entrata a scuola dei figli, in modo che, oltre al caffelatte insieme, può accompagnarli con la sua auto risparmiando ai pargoli un disfunzionale mezzo pubblico. E poi l'elemento che meno ci rappresenta è la differenza d'età tra genitori e figli. I "vecchi" hanno al massimo 30/35 anni, e almeno uno dei figli - sempre un maschio e una femmina, strano - ha già l'età da scuola media, diciamo 12 anni. Visto l'abbigliamento da manager con laurea e master, i genitori chissà quanti sacrifici hanno fatto per mettere al mondo la prole e contestualmente terminare il grosso degli studi. Poi vabbè il punto facile è stato trovare subito un bel lavoro e una villetta fuori porta una volta laureati...
domenica 28 marzo 2010
La scimmia
L'uomo e la scimmia sono la stessa cosa. Non semplicemente perchè la discendenza è direttamente la medesima - e fin qui c'eravamo arrivati - ma perchè l'uomo ha dentro di sè una o più scimmie. Tutti gli uomini. Nessuno escluso. Il primate è una vera e propria estensione della nostra personalità. C'è chi manifesta la scimmia con il bisogno costante di leggere l'oroscopo ogni mattina, chi attraverso la gestualità della sigaretta, chi non si perde una puntata del proprio serial tv preferito...fino ad arrivare a dei veri e propri gorilla, quali le scommesse, il poker, le macchinette, i cavalli et similia. Perchè questo discorso? perchè è inutile fare i perbenisti o i puritani: non si può fare a meno della propria scimmia. Anche la scimmia dell'oroscopo può danneggiare chi ci sta vicino: se il tuo capo legge sul televideo che oggi avrà dei problemi sul lavoro, tu povero dipendente sei finito. Hai un bersaglio grosso come quello del tiro con l'arco olimpico sulla schiena. Non parliamo poi della dipendenza da serie tv o da reality. Se in casa non hai almeno due decoder di due diverse pay-tv il mercoledì sera sei nei guai. Potresti presentare istanza di divorzio dopo 2 o 3 settimane di astinenza o tanto peggio di zapping. Quindi non solo il videopoker spacca le famiglie. Una bella fetta di responsabilità ce l'hanno anche Paolo Fox e chiunque prepara un palinsesto televisivo. Ogni uomo senza la sua personalissima scimmia non può vivere, infatti non per nulla fa parte del nostro Dna. Da sempre.
sabato 27 marzo 2010
L' agnolotto di magro NON esiste
Dopo un'analisi durata un decennio, sono giunto alla conclusione che l'agnolotto di magro NON esiste. Prima di tutto perchè il piacere dell'agnolotto consiste nell'insieme di brodo di gallina o di lesso, sugo possibilmente di stufato ed evidentemente un ripieno a base esclusivamente bovina/suina (al limite equina). E' palese quindi che il ripieno di ricotta e spinaci da un punto di vista gustativo non c'entra niente, in quanto ti obbligherebbe a cuocere l'agnolotto nella sola acqua, togliendo parte della soddisfazione - leggasi vonciume - al palato. Quindi il termine agnolotto o raviolo DEVE riferirsi esclusivamente allla pasta con il ripieno di carne; per quanto riguarda la pasta con il ripieno magro, è assoluta priorità trovarle un nome nuovo. Secondo me siamo nella fattispecie giuridica della "appropriazione abusiva di nome o definizione": secondo diverse note storiche, l'agnolotto nasce nelle nostre campagne come cibo fatto con gli avanzi del giorno prima, tipo arrosti, stufati o al limite anche formaggi solidi. NON esistevano e non esistono tutt'oggi avanzi di ricotta o spinaci: una vaschetta di questo formaggio si apre e si consuma interamente, non si avanza o si lascia aperta, altrimenti diventa quasi veleno. Immaginatevi poi di far lessare un pò di spinaci come contorno e poi avanzarli...con che coraggio si mangiano il giorno dopo? Non esiste. Non si può fare un vero ed originale agnolotto con la ricotta e gli spinaci. Chiamateli come volete, anche semplicemente pasta ripiena, ma non agnolotti e neanche ravioli. L'agnolotto di magro NON esiste.
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